I Borghi
Il paese di Vetto situato nell’Appennino Reggiano, conserva antiche tradizioni che danno origine alle manifestazioni annuali, concentrate soprattutto nel periodo estivo.
A livello naturalistico la Valle dell’Enza è importante zona di pesca, turismo e sport, con l’annuale gara di canoe che richiama partecipanti da tutta l’Italia e il Nord Europa.
Vetto e i suoi borghi hanno conservato caratteristiche architettoniche ed ambientali di pregio:
Castellaro
La posizione strategica di Colle Martino, a ovest del borgo, rende ipotizzabile l’esistenza di un piccolo villaggio celto-ligure alla sommità del colle stesso.
La casa a torre
La prima notizia scritta è del 1313 in cui si cita un ‘fortilicium’ dotato di un presidio militare. In seguito i ruderi della fortezza devennero una corte dalla configurazione originale.
L’oratorio
Alcuni elementi inducono a ritenere che la struttura esterna risalga all’epoca della costruzione della corte.
Le volte a vela sono in laterizio, il rosone si data a cavallo tra il 1600 e il 1700, come pure la trasformazione della finestra di facciata da rettangolare a quadrilobata.
La pala d’altare del 1600 rappresenta la Sacra famiglia ed è definita da Baricchi di scuola emiliana.
Cola
Che Cola fosse già nel XII secolo un centro abbastanza consistente è desumibile dalla controversia che la sua chiesa ebbe verso il 1150 con quella di Vetto.
Il paese è costituito da vari agglomerati di antica costituzione:
“Corte”, “Brolo”, “Rodogno”, “Villa”, “Predella”, “Casella”, “Capanna” ai piedi del monte Berghinzone, sul quale sorgeva il castello dei Dalla Palude.
Crovara
Una delle più piccole borgate vettesi, ma probabilmente la più ricca di storia e leggende.
Il Castello di Crovara
Pare che nel 1250 il castello fosse “munitissimo” e rappresentasse un comodo rifugio per i ghibellini parmensi costretti all’esilio.
Ora del castello di Crovara rimangono pochi resti, ma sono visibili due gallerie, qualche pezzo di muro nascosto da vegetazione ed il piede di un torrione, alto quattro metri, che guarda verso Scaluccia e Casa Cattoi.
La chiesa di San Giorgio
All’interno della chiesa, dedicata a San Giorgio, si notano una pregevole “Annunciazione” della scuola del Guercino ed un pregevole tabernacolo barocco in legno dorato.
In un muretto adiacente la sagrestia è stata inserita una grossa pietra cilindrica, estratta da un muro a secco del castello, sulla quale è scolpito il viso beffardo di un diavolo.
Gottano
La vista da Gottano è a 360° sull’Appennino, il borgo antico presenta umerosi sottopassaggi arcuati in pietra, portali in sasso del 1694 e del 1770, ballatoi in legno, tetti coperti con antichi coppi.
La Chiesa di San Pietro e San Paolo
Il paese è arroccato attorno alla chiesa con torrione-campanile medievale, di cui si hanno le prime notizie nel 1213. Secondo la leggenda nel campanile è nascosto il fuso d’oro di Matilde di Canossa.
Oratorio della Madonna di Montalto
L’oratorio detto anche “delle Formiche”, è anteriore al 1300, restaurato a metà del 600 e abbellito nel 1935.
All’interno è colmo di ex voto di vettesi, ramisetani, reggiani e parmigiani ed è caratterizzato da un bel portale in arenaria.
Gli Amici di Gottano organizzano la Tortellata di Agosto ed altri eventi.
Groppo
La frazione è poco distante dal Torrente Atticola.
Degno di nota l’oratorio di San Martino, un piccolo pilastro del 1800 con statua votiva e una Maestà murale circondata da una cornice in sasso e terracotta smaltata.
A Groppo la Festa della Birra Rock ed altri eventi.
Legoreccio
Il borgo di Legoreccio è tra i più significativi della media collina reggiana, anche in virtù delle limitate manomissioni subite.
Notevole è il suo patrimonio monumentale che è mirabilmente inserito entro una pregevole cornice naturalistica, sullo sfondo di castagneti secolari e ampi boschi.
La Corte dei Da Palude
E’ uno dei più importanti edifici patrizi della montagna: è caratterizzata da una vasta corte seicentesca, delimitata da un porticato su cui “corre” un loggiato ad archi a tutto sesto retti da esili colonne cilindriche in mattoni.
Alle varie stanze, in parte abitate, si accede salendo una comoda scalinata con “volte a vela”. Oltre ad un portale in sasso (probabilmente quello originale) murato e seminascosto nel pavimento di una vecchia stalla – ovile a pianterreno, meritano attenzione un “pozzo a scomparsa”, che funziona con i congegni dei secoli passati, ed una serratura del Settecento che appare in bella evidenza su un portone.
Nella Corte dei Da Palude a Legoreccio, la notte del 17 Novembre 1944 avvenne l’eccidio dei partigiani, oggi ricordati come Martiri di Legoreccio.
La casa a torre dei Rabotti
A breve distanza si innalza la cinquecentesca casa a torre che conserva le originali caratteristiche architettoniche, con pregevoli finestre risquadrate, decorate con incisioni a losanga.
Casa dei Terzi
Poco più a valle della “Corte dei Dalla Palude” si può ammirare la quattrocentesca Casa dei Terzi, ora di proprietà della famiglia Tirelli Prampolini.
L’edificio presenta un impianto a torre con pregevoli finestrelle a mensole concave, un portale e numerose feritoie. La costruzione viene indicata col termine di “la Dogana” o “la Salina” in memoria dell’antico confine tra il ducato di Modena e lo Stato Parmense.
Recenti restauri hanno portato alla luce pregevoli elementi quattrocenteschi.
Piagnolo
Piagnolo di Vetto è un piccolo borgo agricolo situato tra le valli dell’Enza e del Tassobio, appartenuta in passato alla Contea di Crovara, feudo dei Dalla Palude.
La Chiesa di Piagnolo e le abitazioni antiche
Oltre ai resti di abitazioni medievali e ad una pregevole casa a torre ristrutturata, a Piagnolo si trova la suggestiva Chiesa.
Pineto
L’abitato di Pineto occupa la sommità di un colle arenaceo e vi si conservano numerosi edifici di interesse, in parte manomessi.
All’ingresso del paese si osserva la così detta “Casa dei Da Palude” già residenza patrizia di questa antica famiglia; l’edificio ha subito danni a causa del terremoto del 1920, ma conserva un eccezionale interesse storico-artistico. La facciata è caratterizzata da due ordini di loggiato con colonnine tonde, all’interno del loggiato spiccano numerosi affreschi raffigurabti immagini sacre attribuibili al XVII sec.
Al piano terra un portale archi-acuto in arenaria e un secondo portale quadrangolare, datato 1583. Notabile l’antico oratorio interno, con affreschi del XVII sec.
Nel centro del paese emerge una massiccia casa a torre con rosone in pietra databile XVII sec., cui è adiacente un fabbricato riferibile ad una torre abbassata.
Immediatamente a valle del paese sorge un antico opificio idraulico, denominato “Mulinaccio”, che conserva gli impianti originari, con la ruota orizzontale, la macina ed il bacino di raccolta.
Rosano
Rosano si trova lungo la statale che da Castelnovo ne’ Monti porta a Vetto. La sua Chiesa di San Lorenzo compare in un documento del 1112.
Una bella Maestà del 1642, la casa a torre dei Bazzoli ed altri pregevoli edifici settecenteschi costituiscono, insieme al complesso edilizio che circonda la parrocchiale, le migliori testimonienze storico-architettoniche di questo paese che guarda verso la Pietra di Bismantova.
Santo Stefano
Abbandonando la provinciale 513 di Val d’Enza all’altezza di Rosano, tre chilometri prima di Castelnovo ne’ Monti, il primo paese che si incontra è Santo Stefano, le cui poche case sono immerse nel verde di migliaia di conifere e circondano una minuscola chiesa che forma un tutt’uno con la canonica.
La chiesa di Santo Stefano, recentemente ristrutturata, sembra risalire al periodo preromanico, anche se restano tracce attribuibili al periodo carolingio e interessanti tracce di affreschi del 1300 e 1400.
Sole
In abitazioni di Sole di Sotto si trovano finestrelle di probabile fattura cinquecentesca e portali del 1720 e 1757.
In questa parte dell’abitato c’è l’oratorio dedicato alla Visitazione della Beata Vergine Maria, che su un concio riporta la scritta che rievoca la peste: “1632, Ex solis populi voto peste hic grassante M.I.2”.
Da non perdere nel periodo estivo Sole in Festa, evento gastronomico.
Spigone
Spigone è una borgata verdissima, posta a 676 metri di altitudine, tra i torrenti Volvara, Tassaro e Scaluccia, noti per la presenza di pregiate specie ittiche.
Il paese è ricco di testimonianze matildiche, medioevali e rinascimentali. Importante feudo dei Dalla Palude che vi avevano costruito i loro magazzini el sale, giunto attraverso un’antica via matildica selciata, tuttora esistente, presenta resti di una cinquecentesca casa a torre, alcuni bei portali del 1500-1600 e vari elementi architettonici settecenteschi.
in un tipico fabbricato degli anni venti è stato ricavato un agriturismo per piacevoli soggiorni immersi nella natura.
Tizzolo
Oltre ad alcuni portali del Seicento e Settecento, merita un cenno particolare l’oratorio, con impianto settecentesco e portale quadrangolare datato 1765.
Di fronte all’oratorio sorge la casa natale del patriota-letterato-giurista Pellegrino Nobili (1754-1841), che fu tra l’altro Segretario di Stato della Repubblica Italiana di Bonaparte.
Ogni anno il 12 Agosto a Tizzolo la Festa del Gnocco.